Un professionista esemplare. Uno dei personaggi più vincenti della nazionale italiana di Julio Velasco. Una persona umile e competente in grado di stravolgere il pianeta pallavolistico nazionale e internazionale. Stiamo parlando dello jesino Paolo Giardinieri, ritenuto uno degli inventori – insieme a Julio Velasco (di cui fu secondo allenatore alla Tre Valli Volley Jesi nella stagione ‘84-85) – della rilevazione statistica nel panorama del volley. Nel 1985 Giardinieri (con alle spalle studi in Medicina prima di spiccare il volo con la Nazionale) seguì Julio Velasco a Modena. Proprio in quell’anno frequentò un corso in Fipav con un “fuoriclasse” CEO come Emilio Spirito, fondatore di Data Project: da lì in avanti una carriera densa di ricordi, emozioni e soddisfazioni.
PAOLO GIARDINIERI Ex schiacciatore della Pieralisi, chiamato in seguito dalla Valeria Volley/Tre Valli, si ritrovò a inizio anni ’80 in panchina con Velasco che gli chiese di prendere appunti e registrare a mano i dati delle partite, prendendo per certi versi spunto dal modello cinese, con penne di colore diverso e con un occhio bionico proiettato al futuro. A fine gara si tiravano le somme e si giungeva ad un’analisi accurata e oggettiva su ciò che era avvenuto sul parquet. “Nel campionato mondiale Juniores 1985 (Ancona ospitava un girone, ndr) incontrai Emilio Spirito. Con l’Olivetti precursore dei moderni computer nacque la prima rilevazione di tipo statistico”, ci ha raccontato di recente Paolo Giardinieri.
“La Fipav mi convocò per le finalissime di Milano. Tra l’altro ricordo che c’erano dei futuri campioni azzurri in quella squadra (che ottenne l’argento, ndr) come Tofoli, Zorzi, Cantagalli, Petrelli. Da lì ci fu un autentico stravolgimento di pensiero e di metodologia di lavoro: i quattro scudetti consecutivi vinti a Modena, arricchiti da tre coppa Italia e dalla Coppa Cev. E quell’articolo scritto su quella che era la prestigiosa rivista ‘Pallavolo’ convinsero anche i più scettici sull’utilità di una metodologia tutta nuova. Una metodologia che sarebbe stata presto definita come rilevazione statistica e scouting”.
Ci volle dunque del tempo prima che i manager dello sport riuscissero finalmente a conoscere più da vicino la possibilità e l’efficacia di usare un personal computer, che non solo consentiva con una sola persona di elaborare tutti i dati, bensì riusciva a completare 1’informazione, mantenendo integra la sequenza temporale dei colpi in relazione al palleggio ad esempio. Tanto per intenderci: i totali dopo un campionato potevano assumere un significato determinante, anche in relazione al fatto che la figura di scoutman poteva avere degli errori che andavano, però, ad appiattirsi nei cosiddetti “grandi numeri”.
Il dossier statistico oggi più che mai risulta essere di fondamentale importanza per poter dare un feedback a ogni pedina riguardo ad esempio alla ricezione, alla percentuale di attacco, ai movimenti. Un termometro per comprendere nel migliore dei modi quanto vale la propria squadra e ogni singolo. Per analizzare ciò che si sbaglia in un arco di tempo. Per cercare i motivi di un errore ma non il colpevole come direbbe Velasco. E questo, in sintonia con Paolo, lo capì prima degli altri, stravolgendo il panorama pallavolistico sotto il profilo del management.
“Rispetto al passato oggi si studiano i numeri e le statistiche molto più a fondo, si incrociano i dati in tempo reale tramite appositi software e frontiere evolutive, si scoutizzano perfino gli allenatori, si procede ad analisi e montaggio video della settimana e del weekend per studiare ad esempio gli avversari nel modo più proficuo possibile e per prevedere come attaccheranno nel prossimo match. Si tratta di un lavoro vero e proprio che può andare oltre le 8 ore giornaliere, mixando campo e scrivania, e che può portare un notevole valore aggiunto…”.