Cake Star, Masterchef e trasmissioni televisive riguardanti il panorama della cucina: quale e quanta influenza sui giovani di oggi? Un quesito sicuramente interessante che oggi andremo ad affrontare da vicino (da tenere bene a mente le considerazioni raccolte nei precedenti post). Ebbene sì, Effetto Masterchef sì o effetto Masterchef no? Facendo un’analisi generale l’effetto mediatico a nostro modo di vedere può aver illuso in determinate circostanze una fetta di giovani, una buona parte. E l’apparenza, come si suol dire, il più delle volte inganna. A nostro giudizio, se un soggetto decide di partecipare a Masterchef, o ad altri programmi di cucina, può sfruttare la visibilità e l’immagine nel breve periodo. Ma la trasmissione deve essere vista come un punto di partenza e non come un’agenzia di collocamento. Altrimenti si rischia davvero di raschiare il fondo del barile. Tuttavia un tempo gli chef nemmeno si vedevano al ristorante, stavano dietro in cucina. Lo sosteneva in tempi recenti anche il famoso Ernst Knam (leggi nel nostro blog la recente intervista al Re del Cioccolato).
MASTERCHEF, CAKE STAR E TALENT-SHOW DI CUCINA: CHE TIPO DI EFFETTO SUI GIOVANI DI OGGI Ai tempi odierni, tramite le trasmissioni tv, gli chef sono diventate delle star, delle icone social. Non come i calciatori perché guadagnano molto meno, ma comunque dei fenomeni sul web. E i giovani molto presenti online hanno quella voglia pazza di imitazione dei propri modelli, dunque vogliono subito bruciare le tappe, hanno voglia di successo in tempo zero. E anche di ‘fascino’ e appeal per così dire immediato, non riuscendo ad utilizzare molto spesso lo strumento televisivo in maniera consapevole. Nel frattempo, dopo il boom dei primi anni di questi programmi tv (in primis Masterchef), alcuni giovani per fortuna si sono anche resi conto che il sacrificio e la fatica sono ben diversi dal mero raggiungimento del prestigio o dal solo successo mediatico. Ciò dovuto inevitabilmente anche alla recente emergenza pandemica che ha fatto sì che alcuni ragazzi sostenessero certi esami da casa con preparazioni superficiali, con bigliettini appesi al pc e quant’altro. E’ inutile nascondersi dietro un dito.
La madre ‘vecchio stile’, il genitore di un tempo, talvolta, quando il proprio figlio sosteneva un colloquio di lavoro (anche se oggi siamo in un contesto sociale ed economico completamente differente), più volte consigliava di non chiedere subito lo stipendio. Era considerata per così dire una situazione ‘particolare’. Adesso la prima cosa che chiedono alcuni giovani, talvolta con non poca arroganza ai colloqui, è: “quanto mi dai?” oppure “c’è un fuori busta o qualche mancia?” (oltre al non nuovo capitolo del reddito di cittadinanza). Si parla anche di giovani che arrivano in un’azienda con cappello e look da autentico rapper (giusto per fare un altro esempio emblematico… dove sono i genitori?), seguendo come spesso succede i propri modelli social. Ciò dimenticando, probabilmente, che il mondo reale non proprio corrisponde a ciò che si vede sui media online.
CUCINA STELLATA DAVVERO POCO SOSTENIBILE? ALTRO DIBATTITO INTERESSANTE Secondo alcuni dati risultano essere solo e soltanto 385 i ristoranti stellati in Italia. Una vera e propria goccia nell’oceano. La cucina cosiddetta stellata, inevitabilmente legata a una logica imprenditoriale che punta su eccezionale qualità di prodotto e servizio, al mondo d’oggi non è molto spesso sostenibile. Ciò in relazione all’impennata dei costi in primis, da quelli logistici a quelli produttivi. Ci possono volere in alcuni casi 30 dipendenti per 20 soli coperti, oltre a tutti i costi di pulizia, particolari mood e allestimenti del locale, stoviglie. Se prendiamo il caso degli chef divenuti icone social, questi grandi personaggi non fanno soltanto ristorazione. Bensì si sdoppiano spessissimo fra cucina e piccolo schermo, guadagnano molto con gli inviti, gli eventi, i cooking-show dal vivo, dimostrazioni e altre situazioni molto ‘appetitose’.
Un tempo la cucina stellata raddoppiava visibilità e anche il fatturato (+50 per cento con una sola stella secondo alcuni dati) che poteva arrivare ad ulteriori 20-25 per cento circa con una o due stelle in più. Oggi i giovani preferiscono, purtroppo, sognare in maniera, lo ribadiamo, troppo poco consapevole. E trasformarsi, senza troppe ‘perdite di tempo’, senza troppo sforzo, magari in personaggi social da casa che possano essere vincenti. Oppure endorsement di quel determinato prodotto o di quel ristorante. Il sacrificio del vero chef insomma rappresenta altra cosa. E le istituzioni? Secondo lo chef stellato Davide Oldani, di recente ospite in radio, il governo dovrebbe mettere le mani sulla questione. Sugli stipendi bassi ma anche sugli incentivi al settore, all’occupazione. Una domanda a questo punto sorge spontanea. Una domanda forse provocatoria. Per i giovani… Sognare davvero non nuoce… Davvero non costa nulla? Nella foto di anteprima una pizza gourmet creata su Sky Canale Italia (programma tv King of Pizza).