Nuovi modelli di banca digitale tra paradigmi 2.0, rispetto dei valori del territorio e principi relazionali. Si parla sempre più spesso di sportelli automatici, personale digitalizzato e app digitali, bonifici fai da te, nuovi tipi di relazione e fidelizzazione online del cliente, sviluppo ulteriore del concetto di cash machine e via dicendo. Ebbene sì, esisterà più tra qualche anno ad esempio il ruolo del cassiere? Questo è il dilemma secondo alcuni. Ma andiamo ad affrontare il problema più da vicino, in modo più concreto e tangibile, con un esperto del settore bancario. Le macchine e l’Intelligenza Artificiale sostituiranno davvero l’uomo anche nel mondo bancario?
“Il futuro della banca a mio modo di vedere si gioca sì sull’automazione ma in particolar modo sulle competenze e sulla preparazione del personale“. Sincero e puntuale come sempre Dott. Alberto Santoni, storico direttore di banca di un noto gruppo bancario (vecchia “gloria” in zona Eur a Roma) arrivato alla pensione alcuni anni fa. Santoni ci ha illustrato quella che è a suo avviso la ricetta vincente della banca del futuro, della banca del domani, ai tempi della rivoluzione digitale. “L’imprenditore per fare impresa deve essere un vero imprenditore, un autentico entrepreneur. Un uomo che mette cervello, idee e risorse e che ovviamente chiede alla banca di intervenire per finalizzare e completare il piano sotto il profilo progettuale e finanziario“. Queste le parole di Alberto Santoni.
LA BANCA DIGITALE “Chi fa impresa deve calcolare e ponderare i rischi, le tendenze attuali e future, le novità di mercato. Il suo prodotto deve essere sempre alla ricerca di un progressivo e costante miglioramento. Per così dire essere all’avanguardia, attraverso una struttura produttiva e aziendale snella, leggera e automatizzata. Chi arriva primo sul mercato a mio modo di vedere detta le regole. Ciò con tutti i benefici che ne consegue”.
Il credito deve essere fatto nella maniera più opportuna e trasparente, altrimenti si rischia di andare incontro a difficoltà insormontabili. “Occorrono oggi più che mai imprenditori seri e ci devono essere meriti creditizi. I soldi devono essere dati dalle banche soltanto di fronte a dei progetti solidi e sostenibili. Progetti che assicurano idonea capacità restitutiva“, sostiene Dott. Alberto Santoni (manager bancario oggi in pensione, noto anche come primo vice-allenatore italiano di Julio Velasco). “Certo, non ci deve essere eccesso di tutela e garanzia sugli impieghi, nel senso che il tutto deve essere adeguato e proporzionato. Questo è palese. Al contrario negli ultimi anni di crisi gli istituti bancari hanno privilegiato attività speculative o con grado di rischio elevato. E invece i bilanci aziendali devono essere adeguatamente verificati per fotografare bene la situazione.
E’ fondamentale verificare a 360 gradi gli indici di capacità finanziaria se si vuole sostenere un progetto imprenditoriale. Mi riferisco a situazioni quali rapporti tra attività correnti e passività correnti, tra attivo immobilizzato, capitale proprio e finanziamenti a lungo. E’ importantissimo nel contempo valutare la redditività, il patrimonio aziendale e indici di notevole spessore come Ebit ed Ebitda. Anche l’impatto che quel determinato investimento potrà avere in futuro. In altri termini, banca e imprenditore devono vivere insieme, in una vision comune che possa dare valore aggiunto al sistema nel suo complesso. Ci deve essere un’ottica di reciproca stima, condivisione e trasparenza. La paura? Mettiamola da parte, le banche devono vivere e operare senza timore. Devono saper operare senza complessi, bensì con la giusta determinazione, ottimismo e soprattutto know-how”.
Nell’era digitale il modo di fare banca è cambiato (l’automazione e il digitale parlano da sé) ma secondo Alberto Santoni valgono più di ogni altra cosa gli aspetti relazionali e comunicativi. “La customer satisfaction rimane tuttora l’elemento più importante. Bisogna essere pragmatici e sinceri nello stesso tempo. A mio parere qualcuno si è dimenticato oggi di studiare la parte relazionale che appunto è alla base di tutto. Magari distratto dal panorama dell’automazione che gira intorno”.
“La relazione ha perso un po’ di smalto al mondo d’oggi, dove invece devono essere fatte continue visite al cliente. Bisogna coccolarlo nel modo giusto, capire chi si ha di fronte, analizzare le problematiche e attuare i giusti meccanismi di problem solving. La macchina oggi è il principale interlocutore in linea generale. Tuttavia l’attenzione al cliente e di conseguenza le competenze della risorsa umana-bancaria assumono una rilevanza ancor più spiccata a mio modo di vedere”.
Sul mondo della borsa Santoni non si sbilancia: “Anche quella è importante ma è un mondo che esula un pò dai discorsi puramente concreti. La borsa come si sa viaggia un po’ a sé senza focalizzarsi troppo su dati prettamente aziendali. Ovvio che un occhio alla borsa deve essere sempre dato, relativamente alle aziende quotate”.