Food trend, sostenibilità e green, passando per l’influenza della tecnologia applicata al food: il tutto a tutela dell’ambiente circostante. Oggi più che mai, a nostro modo di vedere, l’elemento della tecnologia e il termine ampio di innovazione non devono assolutamente perdere di vista il rispetto dell’ambiente ma anche della Tradizione. Il cosiddetto fattore T che ancora oggi, nell’era digitale e in un’epoca in cui ci si interfaccia con un’audience più consapevole grazie all’espansione incontrastata del World Wide Web, può andare a costituire un valore aggiunto. Value added in grado di contraddistinguersi rispetto ai competitors di settore. ciò può valere per svariate realtà imprenditoriali del settore alimentare e non.
Il concetto di Food Tech, molto in voga nei tempi odierni, intende rendere più efficiente e sostenibile il settore alimentare nelle diverse sfaccettature. Ovvero a livello di produzione, di consumo, di delivery, marketing, di packaging, di vendita e di comunicazione. Tuttavia non si deve però mai tralasciare le fondamentali origini di un prodotto, la brand identity ossia la tradizione. Ci riferiamo anche al proprio territorio, la territorialità che in chiave storytellingpuò fare veramente la differenza all’interno di una specifica mission imprenditoriale inevitabilmente legata alla brand reputation.
SOSTENIBILITA’ E CUCINA GREEN Ben venga oggi lo sviluppo tecnologico (magari anche la diffusione blockchain nel comparto alimentare), ben accetti i modelli innovativi digitali del b2b il cui utilizzo crediamo andrà a incrementarsi nel prossimo futuro nell’ambito del food&beverage. Ben accetta la tecnologia di processo snella ed efficiente e la tecnologia di prodotto. Bene gli slogan ambientalistici o che puntano su ecologia di sistema, ma a patto che non ci siano particolari compromessi, abusi e/o strumentalizzazioni a tal proposito. Un po’ come quello che avviene probabilmente (all’estero ma non solo) per il nostro Made in Italy e per il termine gourmet.
Concetti che potrebbero essere valorizzati, se rispettati determinati vincoli e parametri, ancora e molto di più in giro per il mondo. Farine di grillo domestico e carne prodotta in laboratorio? Alcuni parlano di miliardi di euro come giro d’affari tra qualche anno. Ci limitiamo a sostenere che occorre salvaguardare al meglio le nostre eccellenze italiane.
E pensare che l’elenco degli insetti commestibili, dei cibi cosiddetti superproteici e dal minor impatto ambientale è molto vasto. Dalle larve alle, formiche, cavallette, scarafaggi e tanti altri occupano da tempo un posto di spicco nelle cucine di varie zone del pianeta. Un giro d’affari da circa 750 miliardi di dollari, dicono, entro il 2027. Dal nostro canto ribadiamo: pensiamo a salvaguardare le nostre aziende e le nostre eccellenze made in Italy.
Automatismi di sistema, qualità garantita e cultura alimentare. C’è un ampio dibattito in tema… Speriamo che non arriveremo mai alla completa robotizzazione o meglio automatizzazione del settore. Quella sorta di tecnologia ossessiva che spesso vediamo nei social, in alcuni paesi del continente Asiatico in particolar modo. Qui ad esempio le pizze non vengono più fatte da esseri umani ma da robot (pizza robot). E ciò comporterebbe secondo noi una tragedia dal punto di vista dell’occupazione e lavoro nel food, pizzeria e non solo. L’Italia a nostro avviso è e rimarrà il top del top.
E crediamo nel contempo che fuori dal nostro paese ci sia un palato medio molto ma molto inferiore rispetto al nostro, lo sosteneva durante una nostra intervista anche Tommaso Foglia di Cake Star – Real Time (conduttore insieme a Damiano Carrara). Sappiamo che qualche realtà imprenditoriale utilizza ad esempio due differenti linee di prodotto, una per il mercato italiano e una dedicata al mercato estero, proprio per un differente concetto di qualità.
Cucina green, tendenze bio e plant-based. Ci sono vari filoni di pensiero. Vogliamo sperare, a parte l’importante impatto ambientale, che onestamente a livello UE non ci siano particolari logiche di business egoistiche che vogliano penalizzare l’eccellenza Made in Italy a livello internazionale. Non lo pensiamo soltanto noi. Tuttavia crediamo non perderemo mai la nostra identità italiana a livello food. E la stragrande maggioranza degli italiani si dichiara disponibile a pagare qualcosina in più pur di non perdere la garanzia dell’origine Made in Italy. Non crediamo nemmeno che ameremo fin troppo, mai da italiani, cibi sintetici, polveri o similari, nonostante i contrasti interni che ci saranno tra le diverse coalizioni politiche anche nel nostro paese.
Ciononostante sarebbe dura accettare quella che in Europa talvolta vogliono etichettare, a nostro avviso erroneamente, come dieta green a discapito di vini e carni italiane viste ‘stranamente’ come fattori di rischio. I nostri prodotti, le nostre eccellenze agroalimentari devono essere promosse perché appunto siamo i numeri uno. Ci spiace, ripetiamo, sentir parlare di farine di insetti o cibi sintetici. Sostenibilità ambientale, salvaguardia del benessere animale e cucina green sicuramente sì, sono termini essenziali ma anche qui a patto che non ci siano stravolgimenti, abusi o strumentalizzazioni”
Trend Food 2023. Quali sono gli elementi più in voga per il nuovo anno 2023? Tra essi citiamo alghe e lo yaupon, bevanda specifica del NordAmerica densa di caffeina usata anche nel settore mixology. Si confermerà nello stesso tempo la tendenza del food delivery, sempre con un occhio bionico ai packaging ecosostenibili (bio based/plant based) e del cosiddetto food aesthetic. Ebbene, anche nel 2023 ci sarà questa moda di postare e condividere contenuti belli e super estetici sul web, i piatti più in, gourmet, cocktail esplosivi e abbinamenti particolari ed eleganti tra food&beverage. D’altronde anche l’occhio vuole come sempre la sua parte…”. Nella foto di anteprima i Green Vision Awards 2022 Milano 98000, evento tenutosi all’Enterprise Hotel.