Max tornerà al Milan per il dopo Sergio Conceiçao? E magari per regalare al più presto ai tifosi del Milan… Campionato e Champions? Un’ipotesi che non sembra convincere proprio tutti. Cerchiamo di capire il motivo. “Allegri ruppe con lo spogliatoio”. Nella interessantissima autobiografia “Una vita da terzino” l’ex rossonero Gianluca Zambrotta non fece sconti. ‘Gianlu’ accusò il mister toscano di aver fatto perdere lo scudetto al Milan nel 2012. Più chiari di così non si può. Zambrotta ma non solo. Pirlo, Inzaghi, Bonucci. Una lista assai rilevanti di nomi che “puzza” di rivalità umana e agonistica. La storia ci illustra tante, tantissime cose, mostrandoci alcune volte un Max Allegri in versione negativa, come lo era stato ai tempi del Milan nell’anno del famoso gol-non gol che vide protagonisti Muntari e Buffon. Quanti ricordi! Ne avevamo già parlato nel nostro blog in passato…
Tralasciamo gli ultimi anni alla Juventus (e soprattutto il celebre siparietto finale in Coppa Italia contro l’Atalanta…) e scaviamo un po’ nel recente passato. Non lo diciamo noi, non lo scopriamo oggi, lo dicono pagine e pagine di storia del pallone. E che pagine. Il passato ma anche il presente. Davvero tanta, tantissima roba. Max, il Milan, la Juventus, un lungo serpentone di vicissitudini che possono essere lette da un’ottica tutta particolare.
“Chiedetelo ai vari Nesta, Inzaghi, Gattuso, Bonucci”, ci dicono alcuni supporters rossoneri. Max Allegri tra protagonismo e nemici, tra physique du role da oscar e limiti gestionali. Ebbene sì, nel curriculum vitae di Max (sicuramente un allenatore ottimo) la gestione dello spogliatoio alla lunga si è talvolta rivelato un fattore di insidiose discussioni. Insieme alle questioni tecnico-tattiche che hanno aperto delle spaccature all’interno dell’opinione pubblica. I tifosi italiani hanno ormai composto due filoni di pensiero. Ci sono alcuni che optano per il celebre slogan berlusconiano “No el capisse un casso” e c’è invece chi opta per il grido “Allegri miglior mister italiano”. A ragion veduta. Come dire, nessuno avrebbe mai scoperto Mario Mandzukic nell’insolita posizione di “esterno” d’attacco. Un’invenzione incredibile quella di Max (ma Mandzukic è un campione!).
Chapeau Allegri sotto tanti punti di vista. Ebbene, ci sarebbero tanti discorsi, tantissimi capitoli e argomenti da affrontare con ordine. Vi sarebbero numerose dinamiche da illustrare. Proviamo a sintetizzare la situazione e a rispolverare qualche vecchio famoso aneddoto che ha visto protagonisti campioni che portano i nomi di Rino Gattuso, Bonucci e Inzaghi.
Breve premessa, nessuno può negare che Allegri nel suo palmares abbia raccolto vittorie straordinarie frutto anche di un gioco propositivo (non sempre a dire il vero) e soprattutto equilibrato e razionale. Su tutte l’ultimo scudetto del Milan nel 2011 e i successi ripetuti con la Juventus, comprese le due finali di Champions e l’ultima Coppa Italia (quando Allegri fu espulso, con chiare contestazioni verso gli arbitri). Sicuramente grandi traguardi di un grande allenatore. Rovescio della medaglia, Massimiliano Allegri (per tutti Max) è riuscito a buttare via uno scudetto con il Milan a vantaggio della Juventus, dopo aver avuto una valanga di punti di vantaggio sui rivali.
Il buon Max Allegri è stato capace di realizzare discussioni animate, non soltanto con Superpippo Inzaghi con cui per poco non ci scappava una rissa, ma anche con Bonucci (guarda caso via dalla Juve). E anni fa con Nesta e con Rino Gattuso. Chi più ne ha più ne metta, verrebbe da dire. Quest’ultimo si limitò nell’estate 2012 ad una dichiarazione suggestiva: “Io e Nesta siamo andati via perché Allegri non ci voleva”. Vi ricordate? Se non ve lo ricordate ve lo ricordiamo noi.
Anche il grande Seedorf, l’elegante centrocampista olandese ex Diavolo Rossonero, pare non aver mai avuto un rapporto idilliaco con Max che, con tutto il rispetto, ha mostrato talvolta una sorta di mancanza di “passione” nei confronti di alcuni. In particolar modo con alcuni senatori del Milan. Questo è quanto ci illustra e ci riporta la storia. Veri o non veri che siano, di episodi emblematici a tal proposito ce ne sono davvero in quantità industriale. Non siamo noi a dover emettere sentenze, abbiamo solo cercato di riportare i fatti in questo post. Non sta a noi emettere giudizi, lo ribadiamo, ma raccogliere alcune ‘chicche storiche’ e raccontare ciò che si è potuto vedere.
In altri termini, l’occhio della critica non fa sconti. Tuttavia Allegri nel corso degli anni ha mostrato una crescita esemplare dal punto di vista umana e professionale, trascinando la Juventus nei gradini più elevati del calcio mondiale. Allegri è un valido allenatore, un bravissimo mister, questo lo dicono in tanti. Ma non tutti, lo ripetiamo per l’ennesima volta, la pensano allo stesso modo. Lo volle Silvio al Milan all’epoca, quell’ìndimenticato Visionario (da leggere il libro C’è solo un Presidente) che volle poi Palladino al Monza o che puntò su Brocchi, tanto per citare qualche esempio emblematico.
Le elevate performance (del passato meno recente) della Juventus, occorre essere sinceri, vanno di pari passo con il trend crescente di Max Allegri a livello di carattere, mentalità, tattica e competenza (ricordiamo anche le finali di Champions perse). Tralasciando magari l’ultima parentesi bianconera, non ci sono dubbi. Una maturazione del tecnico a 360° (rispetto al primo Allegri allenatore), anche di fronte a microfoni e telecamere dove ora riesce a “destreggiarsi” probabilmente con stile molto più british, con tanta più eleganza e signorilità rispetto agli anni meno recenti.
La ciliegina sulla torta, adesso, sarebbe alzare al cielo la Champions nel prossimo futuro, magari al Milan, appunto nel dopo Conceiçao. Sarà davvero così? Max ci ha sempre creduto alla Juve e ci crederà da qui in avanti più che mai, chissà se al Milan…. A Max il più forte in bocca al lupo per il prossimo futuro. Intanto, nel pomeriggio di ieri, Allegri ha seguito Monza-Parma ieri al fianco di Galliani. Nella foto di anteprima un evento degli ultimi anni, a tinte rossonere, nelle Marche (evento Milan Club Castelfidardo).
