Turismo sotto i riflettori, così come gli alloggi 2025 anti-keybox. Argomenti sicuramente interessanti e nel contempo delicati. Ma andiamo per ordine. Innanzitutto va affermato che circa il 70% dei turisti si concentra sull’1% del territorio italiano; l’overtourism sta cambiando le città! Per contrastare il fenomeno nasce Unexpected Italy, la traveltech company che ha mappato i luoghi e le persone “reali”. Di seguito viene proposto un curioso elenco delle strutture in cui l’accoglienza lotta contro i lockbox, al centro della riforma normativa del Viminale. I founder, Elisabetta Faggiana e Savio Losito fanno sapere: “Un voucher per la colazione non potrà mai sostituire la vera ospitalità italiana”
Ma cosa sono le “keybox“? Rappresentano piccoli contenitori blindati per chiavi che si sono diffuse come soluzione pratica per il check-in autonomo negli appartamenti turistici. Installate all’esterno degli edifici, su cancelli, inferriate e persino monumenti storici, queste cassette note anche come “lockbox“. Permettono ai turisti di accedere alle loro sistemazioni senza incontrare fisicamente i proprietari. Un sistema di self check-in che ha cavalcato l’onda del boom degli affitti brevi, alimentato da piattaforme come Airbnb e Booking.com.
Tuttavia, quella che sembrava una soluzione ideale per i gestori di affittacamere si è trasformata in un terreno di scontro con le autorità. Proprio in questi giorni se ne dibatte molto in tutte le capitali del turismo italiano. Il Ministero dell’Interno ha infatti espresso forti preoccupazioni: l’assenza di un’identificazione diretta degli ospiti può compromettere la sicurezza pubblica. Mentre le nostre città vengono invase da affittacamere e case vacanze, svuotando i centri storici e snaturando talvolta l’identità locale, ecco una startup travel tech interessantissima. Startup che ha deciso di invertire la rotta e cercare quei luoghi dove l’ospitalità è reale e dove le “lockbox” non esistono.
È Unexpected Italy, start up a nostro avviso meritevole di attenzione, che si è data come missione quella di valorizzare le realtà indipendenti italiane che incarnano l’Italia più vera e genuina, spaziando dal settore ricettivo, a quello enogastronomico. Da quello artigianale a quello produttivo, grazie ad una mappatura capillare dell’Italia che permetta una effettiva redistribuzione turistica. Ed è proprio con il supporto delle comunità locali che la startup si sta facendo strada grazie ad un sistema innovativo. Ricetta che unisce un accurato sistema di screening con le raccomandazioni di “esperti locali”, veri custodi dell’autenticità territoriale, quella più genuina.
Nel corso dell’ultimo anno Unexpected Italy è cresciuta. Oggi sono registrati 20.000 utenti. La comunità online è composta da oltre 50.000 persone (50% Italia, 50% estero, con picchi in UK, Stati Uniti, Australia e Scandinavia). Nello specifico sono state mappate una decina di province nelle quali sono stati evidenziati oltre 2.000 punti. Ma oltre 20.000 sono già stati selezionati in attesa di essere verificati, raccontati e pubblicati. “Tra le sfide più complesse, oltre alla ristorazione, dove trovare la vera autenticità è diventata una missione sempre più ardua, c’è senza dubbio il settore ricettivo”. Parola della Dott.ssa Elisabetta Faggiana, CEO di Unexpected Italy, originaria di Arzignano, nel Vicentino.
“Troppo spesso i viaggiatori si ritrovano in strutture create su misura per i turisti, prive di identità e di un reale legame con il territorio. Oppure in realtà improvvisate, dove l’ospitalità non è una vocazione ma solo un’opportunità di guadagno. Per questo ci siamo dati un vademecum da seguire, delle regole ferree per garantire una selezione delle mete che proponiamo”. La startup seleziona con grande attenzione hotel, boutique hotel, B&B, ville e affittacamere indipendenti che operano con etica, rispetto per il territorio e una dedizione autentica all’accoglienza. Luoghi in cui ogni soggiorno è un’esperienza su misura, dove il calore dell’ospitalità si unisce alla professionalità e alla volontà di far vivere il territorio in modo autentico. E dove ogni risveglio ha il sapore delle tradizioni locali.
“Una keybox e un voucher per la colazione non potranno mai sostituire la vera ospitalità italiana”. Parola di Savio Losito, co-fondatore di Unexpected Italy, originario di Barletta. “Siamo il Paese del Made in Italy, della tradizione e dell’accoglienza. L’ospitalità non può essere ridotta a una mera transazione economica. Senza passione, senza dedizione, senza professionalità…”. Per questo motivo la startup ha sviluppato e sta affinando una formula che permette di discernere le realtà professionali e autentiche da quelle improvvisate o turistiche.
Il ruolo della traveltech italiana ha avuto eco nel Regno Unito, sulle colonne del “The Guardian”, che segue la startup da quando i suoi fondatori divennero celebri per il loro racconto della “Londra inaspettata” con la loro prima società “Unexpected London”. Le due pagine pubblicate sul giornale inglese hanno acceso il dibattito. La startup si è presentata anche all’Onu. A giugno dello scorso anno ha partecipato al Genève/Fribourg Entrepreneurship Forum presso il Palazzo delle Nazioni dell’ONU.
Infatti, l’iniziativa di Unexpected Italy è di estrema attualità. L’overtourism è il problema più grave del turismo italiano. Si stima che il 70% dei turisti (tra di loro, solo cinque nazionalità rappresentano il 55% dei soggiorni stranieri: il 15% dagli Stati Uniti, Germania 12%, Francia 11%, Regno Unito 10% e dal Canada 7%) si concentri sull’1% del territorio italiano. Tra le città catalizzatrici di questi ritrovi di massa Roma, Venezia, Firenze, Milano e Napoli, le stesse che stanno combattendo contro la diffusione dei keybox in questi giorni primaverili, prima dell’assalto del turismo estivo.
ECCO IL VADEMECUM ANTI-KEYBOX
Ecco i criteri cardine applicati da Unexpected Italy nella scelta e verifica di una struttura ricettiva. Chiara identità: ogni realtà selezionata deve avere una chiara identità, di arredo, di esperienza, di comunicazione, di cibo, di persone. E deve essere indipendente o a conduzione familiare (quindi niente catene o franchising). Professionalità: si analizza il livello di professionalità della struttura, dal personale ai servizi offerti. Legame col territorio: ogni realtà deve dimostrare di avere un forte legame con il territorio, dalla scelta dei materiali, arredo, materie prime. Il tutto fino alle esperienze organizzate con una predilezione per la filiera corta, i piccoli produttori, l’artigianato o l’arte locale.
Dunque Attenzione alla sostenibilità: ovviamente non può mancare una verifica di quei criteri che dimostrano un impegno costante e crescente verso l’ambiente. Si va dall’efficientamento energetico ed idrico, fino a politiche di riduzione sprechi ed iniziative per ridurre il proprio impatto ambientale. Cura del cliente: analisi dei servizi messi a disposizione per l’ospite, tenendo conto anche di aspetti di accessibilità ed innovazione.
LE STRUTTURE ANTI-KEYBOX SCELTE DA UNEXPECTED ITALY
La Scuola Guesthouse, Lusiana Conco (VI): una vecchia scuola elementare trasformata in un accogliente B&B grazie alla visione di Marco e Valeria, che hanno saputo riadattarne gli spazi senza perdere l’anima autentica del luogo. Ogni stanza è ispirata a una materia scolastica: aritmetica, scienze, storia, geografia e persino la stanza della maestra, tutte arredate con oggetti d’epoca che rievocano l’atmosfera delle aule di un tempo. Lavagne, cartelle, giochi e poster scovati tra collezionisti e mercatini rendono l’esperienza immersiva e nostalgica. Qui il passato rivive non solo nei dettagli, ma anche a tavola, con una colazione che racconta i sapori e le tradizioni del territorio.
Prato del Re a Prignano sulla Secchia (MO): una vecchia stalla riconvertita in un agriturismo immerso nel verde grazie all’instancabile passione e attenzione all’ambiente di Daila e Francesco. Prato del Re è un esempio di sostenibilità e rispetto per l’ambiente e per le persone. Ogni aspetto della struttura è progettato e gestito con l’obiettivo di minimizzare l’impatto ambientale e promuovere un modello di turismo responsabile.
Look TO, Torino: uffici di un palazzo dell’800 riconvertiti in boutique residence di charme con la possibilità di acquistare tutto (o quasi) quello che si vede, ideata e gestita dall’architetto Giuliana Marsiaj. Qui, l’esperienza non si limita al soggiorno: quasi tutto ciò che si vede può essere acquistato, dagli arredi ai complementi. Il progetto è anche un omaggio all’artigianato e al talento locale, con pezzi unici realizzati da artisti e designer emergenti. Anche la colazione è un’esperienza sensoriale, con materie prime selezionate e prodotti di cosmesi artigianali che esaltano il legame con il territorio.
ALTRE STRUTTURE INTERESSANTI
La Ca’ dal Non BioAgriturismo, Modena: un antico fienile trasformato in un accogliente bioagriturismo dove l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena si fonde con il profumo della lavanda, a pochi passi dalla Motor Valley. Tutto ciò in un progetto non solo ricettivo ma sociale dove persone di tutte le abilità aiutano dalla terra alla cucina con grande rispetto per l’ambiente e la comunità, grazie alla visione della famiglia Montanari.
Antica Dimora, Barletta: in una residenza d’epoca del 1400, appartenuta alla storica famiglia Della Marra, c’è uno dei B&B più curati di Barletta. Una residenza, sospesa tra passato e presente, in cui ci si sente subito a casa grazie al calore di Lilly e Riccardo, una coppia che ha fatto dell’ospitalità una missione di vita. Il mobilio è realizzato da artigiani della zona, mentre le opere di artisti locali decorano le pareti, creando un’atmosfera autentica e accogliente. La colazione, curata con dedizione da Lilly, celebra i migliori prodotti locali, promuovendo una filiera corta e sostenibile.
Belli36, Roma: Semplicità, accoglienza genuina e design minimale. Una piccola guesthouse al cuore di Prati, un tempo casa dei nonni di Maria e Giovanni ed ora trasformato in un accogliente B&B, dove storia e modernità si uniscono. In un affascinante edificio liberty dei primi del Novecento, Maria ha concepito questa guest house come se fosse la sua stessa casa. Il tutto prestando attenzione ad ogni singolo dettaglio, unendo elementi tradizionali e pezzi vintage ad una creatività moderna. Ogni camera progettata per rispettare l’architettura originale del palazzo, valorizzando i materiali di pregio che lo caratterizzano. Ogni ospite viene trattato come un amico venuto da lontano, dal soggiorno alla colazione.
Hotel De Ricci, Roma: il primo wine boutique hotel urbano al mondo con un team composto quasi esclusivamente di sommelier e gestito con passione da Flavio Scannavino. Ogni stanza dispone di una cantinetta di vini personalizzata per ogni cliente. L’arredo dell’hotel rimanda agli anni ‘40, con un arredo vintage, unitamente a pezzi artigianali e quadri di artisti locali.
Oliveto Estate, Civitanova Marche (Macerata, nelle Marche): una proprietà affacciata sull’Adriatico immersa nei vigneti con due bellissime ville da affittare singole o in coppia, ideali per eventi aziendali o per gruppi. Ideato da Amanda Jennings, Oliveto Estate non è una semplice villa in affitto, ma una struttura che offre una grande attenzione al cliente, con un team sempre a disposizione e che ricerca, sostiene e promuove il territorio a 360 gradi, dalla scelta dell’arredo, ai collaboratori per le esperienze, alle materie prime messe a disposizione degli ospiti. FONTE/FOTO UFF.STAMPA