La Distribuzione è da sempre un concetto molto ampio e rilevante. Ecco un focus sul sistema distributivo italiano tra modelli innovativi di business e driver di mutamento. Il miglior modo per cercare di comprendere quelli che sono stati, negli ultimi anni, i cambiamenti che hanno caratterizzato la fase distributiva, è quello di partire da quelli che sono i mutamenti nei comportamenti di consumo. Ma nel contempo anche nelle politiche di acquisto dei consumatori.
La soddisfazione dei medesimi clienti, infatti, può essere ritenuta la vera mission di qualsiasi forma distributiva. Il tutto con relativa implementazione di efficaci ed efficienti politiche di fidelizzazione della domanda in modo da legare il più possibile a sé il singolo cliente. La società italiana, in modo particolare a seguito della crisi finanziaria del 2008, mette in evidenza una crescente perdita di potere d’acquisto. In tale particolare contesto sociale si rileva un importante e storico “Rapporto Censis-Conad” (Rapporto sulla situazione sociale del paese). Da esso emerge una visione assolutamente egoistica del consumo.
Il cliente infatti tende a soddisfare le proprie necessità in una via che può quasi definirsi consolatoria sulla base di quello che è un contesto sociale che non gli appartiene. Dunque difficile o complesso. Possiamo inoltre affermare come il modo odierno di consumare sia oggi visto come marcatore di identità e quindi come modo per esternare quello che è il proprio stile di vita. L’opzione digitale, in tale contesto, offre poi la possibilità al cliente di reperire informazioni in modo diretto e autonomo.
Si può affermare sulla base di dati raccolti dalla Censis-Conad come l’utilizzo di social media e Internet per la raccolta di informazioni sia assolutamente preponderante nel reparto giovanile (18-34 anni). Tutto ciò rispetto al pubblico più adulto, anche se quest’ultimo si trova comunque in una fase di sviluppo in tale ambito. In ogni caso questo consente al consumatore di avere un vantaggio competitivo sull’impresa. Questo grazie appunto alla facilità e velocità con cui l’ambiente digitale permette di fornire informazioni decisive sulle scelte di acquisto finali.
Sulla base di studi di carattere sociologico, si possono avanzare quattro differenti aspetti del corpo sociale che possono essere considerati come attese o aspettative del consumatore moderno nei confronti degli operatori. Tentiamo di sintetizzare. − Ricerca di semplificazione: si intende in questo caso, la possibilità di offrire al cliente finale un processo decisionale semplificato. Questo per abbattere quelli che sono i tempi di spesa. In questa logica spicca certamente il commercio elettronico o e-commerce. Esso riesce a garantire un ampio assortimento e una assoluta facilità di scelta e di acquisto.
LA MULTI-SPECIALIZZAZIONE ASSORTIMENTALE
La multi-specializzazione assortimentale può essere vista come un’ulteriore soluzione, forse la più utilizzata, per rispondere alle esigenze dei diversi segmenti di mercato. Il tutto sempre in un’ottica di semplificazione del processo di acquisto. Il cliente moderno è quindi maggiormente attratto da un contesto di limite, selezione, personalizzazione. E tende quindi a distaccarsi da quella che è un’offerta generalizzata e massificata. Potendo concludere quindi come si noti il passaggio storico del riconoscimento di valore, in un contesto meramente distributivo, dalla quantità alla qualità del prodotto.
LA SOSTENIBILITA’ E’ SEMPRE DI MODA
− Attenzione alla sostenibilità dell’offerta di prodotti e servizi. La visione sociale, ambientale ed economica, nel contesto odierno, inizia ad assumere sempre una rilevanza maggiore. Il mondo aziendale e quindi tutti gli stakeholder in generale, si aspettano una certa tendenza nei confronti della sostenibilità da parte delle imprese. I distributori moderni sono quindi soliti mettere in atto azioni in grado di dare credibilità e voce al tema in questione. Citiamo politiche di riduzione dell’impatto aziendale tramite l’utilizzo di energie rinnovabili (un esempio lampante può essere l’utilizzo di pannelli solari). Così come la riduzione dell’impatto di materiali inquinanti e la conquista di oneri in tema di smaltimento tramite la modifica degli imballaggi. Poi lo sviluppo di politiche che riescano a ridurre le emissioni di CO2 e lo sfruttamento di suolo in eccesso.
− Recupero dei fattori di distintività culturale. Il driver di mutamento in questione riguarda la difesa di quelli che possono essere visti come fattori di distintività del nostro Paese. Il settore alimentare in questo contesto ha un ruolo da protagonista, in quanto il cittadino-cliente vuole al massimo proteggere le tradizioni e i valori del luogo. Ciò dando un significato sempre più autentico al “made in Italy”.
LA RICERCA DELL’AUTENTICITA’
− Ricerca di trasparenza e di autenticità: il cliente moderno ha una presunzione assoluta in termini di trasparenza e autenticità. Infatti questo va alla ricerca di elementi o prodotti che possono essere considerati come validi. Viene pertanto ad occupare un ruolo fondamentale la cosiddetta “promise” effettuata dall’impresa. Essa deve mantenere fede a tutto ciò che viene esplicitato durante la proposizione dell’offerta, diventando quindi assolutamente importante per l’insegna narrare ciò che è veritiero. Tutto ciò anche nell’ottica di un sistema informativo sempre più digitalizzato che riduce le possibilità per l’operatore economico di mettere in gioco un’asimmetria informativa nei confronti del cliente.
Possiamo quindi concludere come l’insieme di queste attese che il corpo sociale, nel mondo odierno, si aspetta di ritrovare nel distributore moderno, fungano a tutti gli effetti come driver. Driver visti come elementi guida all’impresa commerciale, nella prospettiva finale di saper interpretare al meglio le esigenze della clientela. Nella nostra foto anteprima: un’edizione di Beer and Food Attraction a cui abbiamo partecipato a Rimini.