In questi giorni si sta parlando molto del caso Roccaraso. Cerchiamo un attimo di comprendere bene come gestire tale fenomeno. C’è stato tra il 2024 e l’inizio del 2025 un denominatore comune che ha segnato un’estate da bollino nero. Sembra essere stato raccolto anche dalla stagione sulla neve: overtourism e scarsa consapevolezza.
I social media hanno registrato contenuti tristemente noti quali aree balneari prese d’assalto da traghetti stipati di turisti. Montagne e sentieri di trekking affollati da scalatori improvvisati poco consapevoli della vita e della condotta in montagna, a volte per uno scatto iconico quasi mortale. Sciatori inesperti alle prese con video amatoriali per immortalare “prodezze” sugli sci a favore di camera e profili. Ultima solo in ordine cronologico, l’ondata di persone che ha invaso Roccaraso durante lo scorso ‘strano’ weekend.
Claudio Burchi è Executive Director per l’Italia di Pulse Advertising, il network internazionale di agenzie specializzate in strategia per l’Influencer marketing. Ha un punto di vista ‘privilegiato’ sul mondo dei comportamenti degli utenti e della content creation. A tal proposito da quattro anni – con l’ideatrice Paola Nannelli, Global Chief Sales di Pulse Advertising – si occupa dell’Osservatorio InSIdE, in collaborazione con Eumetra. Esso è dedicato proprio all’analisi dei comportamenti degli utenti influenzati dai social media e dai suoi creatori di contenuti. Un’analisi a nostro avviso meritevole di attenzione. Scopriamo di più.
ROCCARASO: UN FENOMENO DA GESTIRE TRA OVERTOURISM E CONTENT CREATOR
“Il turismo è fra i settori che il rapporto InSIdE 2024 ha indicato come tra i più seguiti dagli utenti, che scorrono migliaia di post, stories. E salvano contenuti quando decidono di pianificare una vacanza, un weekend o una breve fuga in giornata. Oltre il 40% degli intervistati ha dichiarato di seguire il tema viaggi su 4 social network. Oltre il 48% produce contenuti sui propri viaggi su almeno 2 piattaforme social e più del 67% si fida molto dei consigli degli influencer che segue quando danno suggerimenti su viaggi e tempo libero.
Se pensiamo che 29 milioni di italiani seguono almeno un influencer, il “peso” della presentazione delle mete turistiche, la promozione di iniziative (high o low budget) di viaggio e la rappresentazione dell’esperienza per l’utente che prende ispirazione, portano con sé inevitabilmente la necessità di avere senso di responsabilità. Indubbiamente del creator che ne fa storytelling ma anche del turista che va ospite, innanzitutto. I social media non sono un gioco. Sono un mezzo di marketing potentissimo in cui pianificazione, strategia e profonda conoscenza professionale delle dinamiche interne alle piattaforme fanno la differenza sull’epilogo di un contenuto”
“Il secondo grande punto è il pubblico a cui ci si rivolge – fa sapere Burchi – Il pubblico dei social è eterogeneo. Ciò impone agli addetti ai lavori di considerare i giusti linguaggi di comunicazione per risultare comprensibile su target diversi. Avere chiaro – per chi è creator di professione, con fanbase ampie – che i propri followers possono avere un’omogeneità anagrafica, interessi comuni ma vissuti diametralmente opposti che influenzano la sensibilità di comportamento nei contesti di vacanza significa estrema attenzione ai messaggi che si lanciano e alle conseguenze che ne derivano”. Staremo a vedere cosa succederà… Fonte/Foto uff.stampa