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Walid Cheddira, intervista esclusiva allo ‘scopritore’ Cossu

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Sotto il segno del Walid Nazionale. Il giovane attaccante del Bari (serie B) Walid Cheddira (nato a Loreto) sta attirando su di sé le attenzioni del grande calcio. Grazie al doppio passaporto, potrebbe essere convocato da Mancini nella Nazionale Azzurra. Ma anche dal Marocco che si sta preparando al Mondiale 2022 in Qatar. Con ben 8 gol realizzate, 5 in Coppa Italia e 3 in campionato, in questo avvio di stagione ‘Walo’ è attualmente in cima alla speciale graduatoria dei bomber tra Serie A e B. Il goleador di Loreto (detto ‘Ualino’, ovvero Pasqualino in barese) ha vestito nella stagione 2018-19 la maglia della Sangiustese (serie D) con 38 presenze e 10 gol all’attivo. Quell’anno, a Monte San Giusto, il ds del club era Alessandro Cossu. Cossu, oggi Direttore Generale del Porto Sant’Elpidio in Eccellenza, a fine stagione lo propose e lo portò niente meno che al Parma Calcio. Il Parma aveva contrattualizzato il ‘Walino’ per cinque anni, spedendolo a fare le ossa all’Arezzo. Qui, in Toscana, c’erano Daniele Di Donato (allenatore), lo jesino Daniele Bedetti (vice di Di Donato oggi al Latina Calcio in Lega Pro) ed Ermanno Pieroni. Una coincidenza tutta Made in Marche. E per vivere più da vicino la favola chiamata Walid Cheddira (che ha maturato esperienza anche a Lecco e Mantova) in queste ore abbiamo incontrato proprio lo ‘scopritore’ di Walid Cheddira, Alessandro Cossu. Un’operazione che, ad alcuni, potrebbe sembrare  simile a quella vissuta dallo jesino Beppe Cormio, che portò a Jesi (serie A2 volley, nel 1983) il Re Mida del Volley Julio Velasco (allora pressoché ‘sconosciuto’), divenuto negli anni icona dello sport internazionale, con l’ausilio del patron del Volley Jesi Sandrino Casoni. Ecco l’intervista.

Ciao Alessandro, spiegaci per bene come hai scoperto questo talento chiamato Walid Cheddira… Non mi piace il termine scopritore. In primis lo scopritore effettivo di Walid è stato il Presidente, il Patron della Sangiustese Andrea Tosoni. Chi ha fatto il resto è stato mister Senigagliesi che è molto bravo a lavorare sui ragazzi. Sono stato un anno con Walid Cheddira alla Sangiustese, credo di avergli dato qualche consiglio. Ho avuto l’onore grosso di poterlo accompagnare fino a Parma, di fare l’operazione col Parma Calcio. C’era una persona lì, che faceva il Ds; si chiamava Daniele Fagiano che aveva creduto nel ragazzo e aveva voluto fare questa operazione a tutti i costi. Il Parma aveva detto che avrebbe preso Cheddira con un contratto di 5 anni e l’avrebbe fatto crescere nelle società di lega Pro. Ciò considerato, avevo consigliato a qualche direttore sportivo di Lega Pro di prendere Walid, però avevano creduto che non fosse la sua categoria. Direi mangiandosi un po’ le unghie dopo anni. Ancora oggi qualcuno mi chiama e mi dice che forse avrebbe fatto bene a darmi retta”.

Walid Cheddira ai tempi della Sangiustese di Cossu

Che ricordi hai di quel viaggio, di quella trattativa col Parma Calcio? “Quel viaggio a Parma è stato un bel viaggio. E ripeto, qualche consiglio l’ho dato al giovane Walid… È un ragazzo che ha una cultura diversa dalla nostra e doveva, per poter migliorare, avere la possibilità di ragionare per il calcio italiano. E quindi credo che l’abbia fatto; è cresciuto da quella volta tantissimo a livello fisico, tecnico e di carattere. E già, comunque sia, era un giocatore molto importante. Consiglio a chiunque di vedersi il gol fatto a Cesena quell’anno in cui noi abbiamo pareggiato 1-1 al 96’”

Tu che l’hai seguito da vicino, che tipo di ragazzo e di calciatore è Walid Cheddira? “Walid è un ragazzo con qualità, si vedeva sin da subito. Una punta che può giocare in vari ruoli, prima punta, seconda punta. Sa aggredire gli spazi, si vedeva che poteva crescere in maniera esponenziale. Credo che lui non abbia neanche finito la crescita, adesso lo vedo molto convinto. In ogni modo quando giochi con giocatori costanti, come Antenucci e simili compagni, la crescita vien da sé.. Walid è un ragazzo educato, generoso, favoloso. Discuteva, chiedeva,  proprio  un ragazzo che credo non abbia niente a che fare con la presunzione di qualche giocatore che c’è in giro. E sa benissimo di non essere arrivato”.

Ma perché Alessandro non ti piace essere definito lo ‘scopritore’ di Walid Cheddira? ‘Io non mi considero scopritore di nessuno, forse l’ho fatto negli anni in cui facevo l’osservatore per il Cagliari e per il Messina. Qualche giocatore l’ho portato in questi due posti e hanno esordito anche in serie B e in serie A. Quindi un po’d’occhio credo di averlo. Lo scopritore principale di Walid è il patron Sangiustese Tosoni che l’ha preso dal Loreto , acquistandolo. Poi da rilevare il bel lavoro di Senigagliesi che ha cercato di fargli capire come sfruttare al meglio le sue doti. Io concludo dicendo che ho avuto questo onore di fare la trasferta e l’operazione per portarlo al Parma. Il Bari l’anno scorso ci ha creduto più del Parma e l’ha acquistato, facendo la scelta giusta”.

Roberto Mancini a tuo avviso dovrebbe convocarlo in Nazionale? “Sono convinto che bisognerebbe non farselo sfuggire. Ho visto che Mancini ha dato l’opportunità a tanti di fare gli stage, di entrare nel gruppo azzurro. Che sia pronto o meno, io penso che in nazionale non ce l’abbiamo un giocatore come Walid, che aggredisce il difensore, che fa perdere palla, che procura rigori. Quella volta che l’avevo con me, Walid segnava poca ma è come se avesse fatto 20 gol perché durante l’anno riusciva a prendere 9-10 rigori. Questo perché era devastante”.

Che differenza c’è tra il Walid di ieri e di oggi? “Adesso non lo butti più giù come lo si buttava in serie D, perché strutturalmente è diverso. Oggi quando seguo le sue partite, vedo che ci vuole un trattore per spostarlo. È la dimostrazione di quanto è cresciuto fisicamente, tecnicamente. Non sbaglia più certi gol. E non è finita, ne sono certo, perché c’è ancora tanto da crescere…

Daniele Bartocci

Giornalista iscritto all'ordine, vincitore di illustri premi di giornalismo, comunicazione e food in Italia, eletto tra i personaggi più influenti dell'anno 2023 (Premio 100 Eccellenze Italiane a Montecitorio - Camera Deputati). Tra questi il premio miglior giornalista giovane 2023 alla cerimonia del Renato Cesarini, il premio miglior blogger sportivo 2020 e 2022, il premio Giovanni Arpino Inedito di Torino 2020 e il premio Myllennium Awards, premiato da Presidente Coni Malagò e da ex Ministro Sport Spadafora, nel 2020 e anche nel 2019. Riceve il Premio Giornalista dell'anno nel 2021 a Milano (Le Fonti Awards) e Professionista dell'Anno Comunicazione e Giornalismo presso Piazza Affari - Borsa di Milano in occasione di Innovation&Leadership Awards 2022. Tra le eccellenze italiane del food nel 2022, vincitore premio in memoria Regina Margherita 2022 (a Gressoney Saint-Jean), premio Food and Travel Awards 2022 e nella top10 BarAwards di Milano dei migliori professionisti italiani impegnati nello sviluppo business canale Ho.Re.Ca. Giudice del programma tv King of Pizza sul circuito Sky. Eletto Professionista dell'Anno 2023 Food Business, Communication & Journalism. Vincitore del Premio 5 Stelle d'Oro della Cucina Italiana 2024. Confermato miglior giornalista giovane 2024 (Premio Renato Cesarini 2024), vincitore Premio Internazionale Pietro Mennea 2024 ('Riscatto e Resilienza'), premio Global Awards Recognition 2024, Star People Award (Teatro Muse Roma) e inserito nella Top27 BarAwards 2024 (professionisti/brand ambassador food/beverage...). Un suo articolo è premiato al Football Film Festival (Offside Festival 2024 Milano) tra i migliori articoli e racconti sportivi online dell'anno.